Annibale Covini Gerolamo
La danza Butoh
Tatsumi Hijikata
STORIA del Butoh
Negli anni’50 e ‘60
45
del
XX Secolo ,
poco dopo la fine
della
Seconda Guerra Mondiale ,
conclusasi con la
tragica e devastante
bomba atomica
sulle città di
Hiroshima e Nagasaki ,
in
Giappone
viene proposta
una particolare danza:
il Butoh
Parallelamente
allo svilupparsi di
danze alternative
a livello mondiale,
come la
Modern Dance
americana
od il
Tanztheater
tedesco,
la Danza Butoh
45
attinge ai
movimenti gestuali e
comportamentali umani
autoctoni
Eredi delle
due danze teatrali
di natura immobilistica:
Nō
Kabuki
45
I due
fondatori giapponesi:
Kazuo Ohno
e
Tatsumi Hijikata
tentano di smaltire
la forte influenza
delle danze tradizionali.
Propongono
una danza introversa,
interiorizzata
e priva di dogmi.
Gestualità e
posture del corpo
appaiono simili ad
un linguaggio
dell’anima…
... Hijikata ed Hono
attinsero anche dagli
stili occidentali.
Più tardi,
furono la
Europa
e gli
Stati Uniti
ad apprezzare,
condividere ed imitare
la danza Butoh,
che ha sempre
concesso
ogni tipo di
contaminazione,
evitando
paradigmi assoluti.
Ohno danzava
con minimi
movimenti essenziali
ed una
presenza fortissima
nello spazio.
45
Hijikata,
reduce da forti
esperienze personali,
estremizzò
le espressioni del corpo
con posture
che svelavano
le parti più oscure del
corpo e dell'anima...
TECNICA danza BUTOH
Vengono proposti
movimenti e
figure statiche
con influenze dalle
due danze
autoctone giapponesi:
Nō
Kabuki
La gestualità
va in opposizione alle
danze occidentali,
aventi
figure razionalizzate.
Un esempio:
l'espressione e postura,
spesso utilizzata
nella danza classica, dello
“
en dehors ” :
in fuori o aprendo,
va all'opposto,
“
en dedans ”:
in chiusura o chiudendosi,
nelle
figure umane proposte,
talvolta
inconsapevolmente,
nella danza Butoh,
le punte dei piedi,
rivolte all’interno,
formano figure umane
"poco gradevoli"
al giudizio
estetico occidentale.
L'aspetto esteriore
dei danzatori somiglia al
corpo deformato
dei contadini,
costretti a lavorare
nelle risaie,
tutti i giorni,
in acque fangose,
chinati,
con piedi e mani
deformate dalla
artrosi
Caratteristiche del Butō
45
sono:
la nudità del ballerino,
il corpo dipinto di bianco,
la testa rasata,
e
le smorfie grottesche
ispirate al
teatro
classico giapponese,
la giocosità delle
performance.
Movimenti
estremamente lenti,
con blocchi immagine,
sfociano repentinamente
in convulsioni frenetiche.
Le parti del corpo
si atteggiano
con modalità e
ritmi diversificati.
Il tutto
può sembrare
l’unicità.
La musica segue,
è contemporanea
od anticipa
il movimento.
Questo rapporto libero
con il suono
venne adottato
dalla tedesca
Mary Wigman
(1886 – 1973),
allieva di
Rudolf Laban ,
già nella
prima metà del
XX secolo.
Il senso di devianza
del Buto
rispetto alla tradizione
è una riscrittura
pessimistica ideologica,
che non appartiene alle
forme classiche giapponesi.
La danza Buto
viene inesorabilmente
guidata verso
un messaggio desolante,
che volta le spalle
all’eredità del passato,
procedendo verso il
testamento del futuro.
(Leonetta Bentivoglio)
Annibale
per alcune nuove creazioni,
come indicato,
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